Dagli Appennini all'Adriatico, al mare in bici da corsa attraverso la pianura padana. Attraversando Bologna, Medicina, Lugo, Massa Lombarda, Ravenna, Marina Romea fino a Casalborsetti
Dagli Appennini all'Adriatico, al mare in bici da corsa attraverso la pianura padana. Attraversando Bologna, Medicina, Lugo, Massa Lombarda, Ravenna, Marina Romea fino a Casalborsetti







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Il titolo del post mi ricorda il più famoso viaggio dagli Appennini alle Ande, il film tratto dal Romanzo Cuore di De Amicis.
Mi chiamo Marco anche io ma la mia piccola impresa non è neanche lontanamente paragonabile a quella di Marco del Libro di Edmondo, ma ho sempre pensato di voler partire dagli Appennini per raggiungere il mare.
L'idea era quella di partire dai morbidi colli bolognese, ricchi di vegetazione, attraversare la pianura tra i numerosi paesini e città medioevali e arrivare al mare e toccare la sabbia, in bici.
Ho sentito che tra qualche giorno la regione Emilia-Romagna potrebbe diventare "zona arancione" e quindi non sarebbe più possibile spostarsi dal proprio comune di residenza.
Colgo l'occazione e decido di tentare l'impresa prima che sia troppo tardi.
Una bella mattina di un freschissimo ottobre parto da Monte San Pietro (8°C) e mi avvio verso Bologna. Sulle colline c'è il classico foliage di questo periodo dell'anno e mi sento in gran forma.
Sono le 8 di mattina e mi avvio verso Bologna è tutta discesa e fa un gran freddo (molto umido), scendendo sulla sinistra si vede il borgo di San Lorenzo in Collina.
Supero la città e mi avvio verso via Larga in direzione Castenaso, per attraversare il borgo medioevale di Medicina.
Seguo sempre la statale e supero Massa Lombarda, Lugo e sfiorando Ravenna inizio ad andare verso nord a Marina Romea e finalmente trovo il maro.
Seguendo verso nord arrivo finalmente a Casalborsetti, che fame!
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All'incrocio tra via Tamburini e Via Modena, abbiamo fatto colazione alla pasticceria Frignani, niente male.
Attraversata la strada ci siamo diretti verso verso via Smeraldina e verso la pista ciclabile Burana che costeggia il Canale di Burana fino al Cavo Napoleonico che abbiamo attraversato per andare a raggiungere l'agine del Po' su Via per via Stellata e poi Cavaliera, Malcartone e via Argine Po'.
La ciclabile è molto bella, pianeggiante e varia e presenta anche qualche curva.
Bellissimo il ponte di ferro ciclabile per attraversare il canale di napoleone.
Andiamo avanti fino a Fellonica e poi seguiamo per Ostiglia dove attraversiamo il Po' e il fatto che siamo in Lombardia è inequivocabile, il paesaggio diventa molto più industriale e anche piccoli comuni hanno delle industrie molto grandi.
Dopo qualche km di pista ciclabile riprendiamo la strada asfaltata per arrivare in vista di Mantova che ci regala questo skyline veramente molto suggestivo.
Mantova.
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La pista ciclabile inizia appena fuori da San Bonifacio, subito dopo via Palù si supera il torrente Alpone e si va in direzione sud costeggiando il torrente in direzione Legnago.
Il gruppo è composto principalmente da Veneti e qualche milanese e un outsider che sono io che vengo da Bologna. Quindi prima di partire un bel brindisi iniziale con un gin tonic organizzato da Silvio: grazie Silvio!!!
La ciclabile inizia subito con un fantastico sterrato seguito da una strada bianca.
Ma è già tempo di birretta :)
Dopo una breve pausa riprendiamo verso Badia Polesine, dove un signore anziano ci fa da cicerone nella città.
Riprendiamo il percorso verso sud e attraversiamo il Polesine, una pianura sconfinata e poco abitata. Le rare persone che incontriamo hanno almeno 70 anni e ci guardano un po' straniti: 8 persone in bici da queste parti a fine settembre probabilmente gli sembra strana come cosa.
Siamo sempre su pista ciclabile e dopo pecore e cavalli ci ritroviamo in una via che ha una numerazione civica particolare, ci accorgiamo di questa Via Umbertiana perchè siamo al numero civico 6939.
Si arriva a Occhiobello e ci avviciniamo a superare il Po'.
E finalmente arriviamo a Ferrara.
e accettiamo di buon grado i consigli del posto
La giornata finisce intorno ai 105km e andiamo a dormire per affrontare il giorno dopo la seconda tappa: Ferrara Mantova.
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Una volta partiti si segue la pista ciclabile in direzione Ponticella per arrivare alla Croara.
Da lì si inizia a salire e siamo ancora su asfalto, dove per me che ho la gravel è una passeggiata riposante e ne approfitto per girare qualche video.
Si segue per Montecalvo
Fino a qui per la gravel è stata vittoria a mani basse, ma poi si arriva in cima e una chiesa sembra avere uno strano effetto su di me come di un "brutto presagio" in quanto dovrò rivolgermi alla madonna perchè la prima discesa è ripidissima e piena di salti e sassi, molto tecnica, ma alla fine la spunto piazzandomi a metà gruppo.
Lo spettacolo del calanco ripaga ampiamente la scaga (leggi adrenalina) che ho avuto durante la discesa e ringrazio tantissimi i miei freni a disco per avermi supportato egregiamente.
Le successive discese e salite ci portano in Val di Zena, dove c'è una strada asfaltata che è un paradiso per i ciclisti.
Subito dopo l'ingresso in val di zena c'è una salita che ci porta a Botteghino di Zocca con una bella salita tosta e faticosa.
Lo sterrato è fantastico e mi trovo perfettamente a mio agio, anche se qualche salita molto verticale ci costringe (tutti) a scendere e spingere.
Anche le discese sono uno spasso, per quanto impegnative e ripide non ho problemi ad affrontarle e con qualche sali-scendi facciamo un ampio giro sul crinale, molto panoramico.
Si rientra per la val di zena, passando da Farneto, La Pulce, passando da San Lazzaro, fino al punto di partenza usando la pista ciclabile San Lazzaro Bologna.
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Descrizione itinerario
La prima cosa che ho fatto appena passata la quarantena/lockdown è stata prendere la bici da corsa e fiondarmi su queste strade, che spettacolo.
Si parte da Via Landa, subito dopo il ponte che supera il Lavino.
Si inizia subito con un po' di salita, ma niente di grave.
Al bivio per San Martino/San Lorenzo si va dritti e si segue sempre sulla strada principale fino ad arrivare alla salita di Montemaggiore, dove al termine della salita si può fare una deviazione andando a vedere la bellissima chiesetta medioevale.
Si procede in discesa a rotta di collo, fate attenzione ai tornanti, per arrivare nella valle sottostante (del samoggia).
Uno dei posti più belli che ci sono sui colli bolognesi.
Natura, campi coltivati, chiese medioevali, eremi e borghi medioevali, qui il tempo sembra essersi fermato.
Si procede verso Fagnano/Zappolino dove si incontra una nuova salita, molto breve e si gira a sinistra tenendo la strada per Savigno.
Si passa per Cuzzano (dove si trova il Palazzo di Cuzzano) e successivamente si arriva a Ponzano, dove oltre ad un bellissimo borgo c'è una chiesta con un magnifico campanile medioevale.
Dopo aver ammirato le bellezze del posto si procede verso Savigno, bellissimo paesino famoso per il tartufo.
Qui la domenica è tutto aperto e si può comprare il pane o fermarsi per una birretta.
A questo punto si torna indietro e prima di arrivare a Zappolino sulla destra c'è il bivio per Mongiorgio.
Si parte con un falso piano leggermente discendente e poi si affronta la salita di Mongiorgio. Abbastanza impegnativa, ma mai troppo ripida e comuque è corta.
Finita la salita ci si può fermare per ammirare il bellissimo panorama sulla vallata e le dolci colline di fronte, con boschi, pascoli e vigneti.
Si parte per la discesa bella ripida e si arriva a Badia da cui si prende la strada che fa il fondovalle del Lavino per rientrare a Calderino da dove siamo partiti.
Per mostrarvi le bellezze di questi posti ho fatto un piccolo video.